Virilizzazione Disturbi ormonali e metabolici Manuale MSD, versione per i pazienti

Studi su TCA hanno evidenziato che l�aggiunta dell�antidepressivo alla psicoterapia non riduce ulteriormente le abbuffate o le condotte di eliminazione, mentre questa combinazione migliora sintomi quali l�ansia, l�umore depresso e la restrizione dietetica (59) (61). Alcuni autori hanno, inoltre, confrontato l�associazione di un farmaco con la CBT o con una psicoterapia individuale di supporto, confrontando l�effetto della combinazione del farmaco con i due diversi tipi di psicoterapia (65). Data l�efficacia riconosciuta della fluoxetina, alcuni studi si sono soffermati sull�utilizzo degli altri SSRI per il trattamento di questo disturbo. Uno studio in aperto ha confermato l�efficacia del citalopram in associazione con una psicoterapia individuale nel diminuire le abbuffate ed i punteggi delle sottoscale Bulimia, Inefficacia e Consapevolezza Enterocettiva dell�Eating Disorder Inventory (EDI-2) (42). El-Giamal et al. (43) hanno evidenziato in sette pazienti con BN l�efficacia della reboxetina nel ridurre la frequenza delle abbuffate e la frequenza degli episodi di vomito, nonché una diminuzione della sintomatologia depressiva. Un recente studio placebo controllato sull�utilizzo della moclobemide nella BN ha dimostrato la sua inefficacia sulla sintomatologia alimentare ma allo stesso tempo l�assenza di importanti effetti collaterali (44).

  • Knable ha pubblicato un case-report di un paziente con epilessia e comorbilità con BN con la presentazione clinica della seconda che precedeva la prima (47).
  • Sembra agire con un meccanismo del “tutto o nulla” e questo potrebbe essere indizio di una qualche differenziazione nella patogenesi della malattia nei soggetti responders.
  • È importante sottolineare inoltre che anche quando i cicli mestruali sono interrotti per effetto della cura ormonale è possibile che si instauri una gravidanza.

Alcuni recenti studi clinici hanno dimostrato che potrebbe essere utile iniziare la terapia con gli interferoni beta già dopo il primo attacco riferibile a sclerosi multipla qualora, all’esame di risonanza magnetica, siano rilevabili caratteristiche compatibili con la malattia. In questa condizione, denominata sindrome clinicamente isolata (o CIS), gli interferoni beta possono infatti ritardare in modo significativo la comparsa di un secondo attacco. Il trattamento dei dati personali potrà effettuarsi con o senza l’ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati e comprenderà, nel rispetto dei limiti e delle condizioni posti dal GDPR, anche la comunicazione nei confronti dei soggetti di cui al successivo punto7.

Gli ormoni come farmaci

I risultati, a breve termine e rispetto alla sola balneoterapia, possono essere migliorati quando alla terapia termale viene associata la fototerapia con raggi UVB a banda stretta. Nanosilicone (Nanosan)E’ una nuova opzione terapeudica che vale la pena di considerare nelle forme lievi-moderate della psoriasi che coinvolgono le zone più sensibili del corpo. E’ la forma più semplice del silicio per cui ha una grande capacità di assorbimento rapido e penetrazione nelle cellule dell’ epidermide. Ha mostrato buoni risultati nelle zone irritate della pelle con effetti antiossidanti ed antinfiammatori.

  • I pazienti reclutati nello studio sono stati randomizzati al trattamento intra-articolare con 40 g di triamcinolone o placebo a cadenza trimestrale per un totale di 8 iniezioni.
  • Sono ben noti gli effetti negativi dei cortisonici sul metabolismo glicidico, laddove possono essere causa di diabete meta-steroideo, soprattutto se utilizzati per tempi prolungati e a dosi elevate, in soggetti geneticamente predisposti.
  • La consistente riduzione dei livelli di testosterone in circolo, necessaria per contrastare la crescita delle cellule tumorali, si può ottenere grazie a specifici farmaci oppure con un intervento di orchiectomia bilaterale.
  • Nell’osteoartrosi il desametasone è in grado di inibire la produzione di metalloproteasi (endopeptidasi deputate alla degradazione di tutti i componenti della matrice extracellulare) e di Cox-2, esercitando in tal modo un’efficacia protettiva sulla cartilagine15.
  • Quelli esistenti suggeriscono che il suo profilo di rischio non si discosti molto da quello della pillola più diffusa, anche se una recente revisione sistematica sembra indicare che possa essere leggermente più sicura.
  • Più recentemente uno studio randomizzato placebo-controllato ha evidenziato l�efficacia di un trattamento con fluoxetina nel ridurre la frequenza delle abbuffate, il peso e la gravità di malattia nonché la buona tollerabilità in pazienti con DAI (70).

Le terapie dell’attacco si usano in presenza di ricadute e si basano sull’uso dei farmaci steroidei (cortisonici), in particolare del metilprednisolone, sfruttandone l’effetto antinfiammatorio. Numerosi studi clinici hanno dimostrato che gli steroidi abbreviano la durata dell’attacco, riducendone anche la gravità, sebbene la risposta al cortisonico sia variabile da individuo ad individuo e da ricaduta a ricaduta. Ad ogni modo, nell�ipotesi di somministrazione di tale farmaco è necessario prendere in considerazione nei pazienti l�eventuale presenza di patologie cardiovascolari a causa della presenza di alcuni importanti effetti collaterali a tale livello, quali l�aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Bisogna, infatti, ricordare che questi effetti collaterali sono stati alla base della recente temporanea sospensione dal commercio della sibutramina nel nostro paese. Un recente studio multicentrico in doppio-cieco controllato con placebo ha esaminato l�efficacia dell�SSRI fluvoxamina (71). Dopo un decorso di 9 settimane, i ricercatori hanno trovato una maggiore riduzione in frequenza delle abbuffate, del BMI e dei punteggi della Clinical Global Impression Scale-Severity (CGI-S) nel gruppo trattato col farmaco in confronto al gruppo placebo.

Ulteriori informazioni

Nelle donne gli agonisti dell’LHRH interrompono i cicli mestruali che, però, soprattutto nelle più giovani, possono ricominciare nel giro di sei mesi-un anno dalla sospensione della terapia. Una volta sospesa la cura, cioè, l’ovaio torna a funzionare, anche se nelle donne più vicine alla menopausa questo non sempre si verifica. Poiché il farmaco può essere pericoloso per il nascituro è bene discutere con il proprio medico quale metodo contraccettivo utilizzare durante la cura, indipendentemente dal fatto che il partner in terapia sia l’uomo o la donna. In quest’ultimo caso occorre anche accertarsi che non ci sia una gravidanza in atto prima di iniziare la cura.

  • Un esito più diversificato e frammentato risulta da una recente analisi sulle terapie ormonali delle donne in menopausa, in cui sono stati confrontati i risultati di diversi studi condotti dal 2017 al 2020.
  • Nel caso di assunzione per via orale, è importante seguire rigidamente la prescrizione del medico.
  • Alcuni farmaci, nelle prime fasi del trattamento, possono paradossalmente aumentare la stimolazione ormonale e quindi intensificare i sintomi della malattia (come per esempio i disturbi urinari nel caso del cancro alla prostata), ma il fenomeno – detto “flare-up o tumour flare” – è transitorio e può essere tenuto sotto controllo.
  • Se le analisi del sangue sono nella norma, sarete sottoposti al primo ciclo di trattamento.La chemioterapia C-VAMP si somministra per infusione in vena (per endovena) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano).
  • In generale, la CBT si è dimostrata più efficace del solo farmaco antidepressivo e la combinazione dei due è risultata comunque superiore al farmaco da solo.

Il farmaco va assunto regolarmente per bocca, una volta al giorno, possibilmente sempre alla stessa ora, avendo cura che non sia a portata dei bambini. Non bisogna mai interromperne l’uso o modificarne la dose di propria iniziativa senza consultare il proprio http://dalvasalgadosebolos.com.br/2023/10/effetti-collaterali-del-sustanon-nuove-scoperte/ specialista. Smettere la cura prima del tempo rischia di vanificare l’effetto protettivo del tamoxifene contro un possibile ritorno della malattia. La terapia ormonale è in genere ben tollerata e provoca effetti collaterali gravi solo in rari casi.

Vie di somministrazione dei corticosteroidi

Le raccomandazioni cliniche sottolineano che occorre una valutazione del paziente a 360° con DXA (a livello femorale e lombare) e morfometria vertebrale; il FRAX non è validato per predire il rischio di frattura in questi pazienti. Le raccomandazioni suggeriscono di integrare vitamina D e calcio tramite la dieta, evitare alcolici e fumo ed effettuare esami biochimici completi del metabolismo fosfo-calcico (PTH, calcio, fosfato, elettroforesi proteica, creatinina, CTX, fosfatasi alcalina, 25OHD3, calcituria 24 ore) e per l’asse gonadico. Le terapie oncologiche possono essere dannose per l’osso, per cui occorrono delle valutazioni dal punto di vista osteometabolico. Probabilmente, come accennato all’inizio, potrebbero avere un ruolo le infezioni sistemiche o lo stress ma, per esempio, su quest’ultimo fattore le idee non sono affatto chiare e mancano le prove scientifiche che testimoniano un coinvolgimento causa-effetto.

In fase di raggiunta remissione – spesso sostenuta dalla contemporanea assunzione di farmaci diversi, appartenenti alla classe dei DMARDS – si potrà tentare la posologia a giorni alterni prima della eventuale sospensione. Peraltro, lo schema posologico a giorni alterni usato fin dall’inizio sembra possibile soltanto con alcuni farmaci, per esempio il desametasone, grazie alla lunga emivita del farmaco. Informate l’oncologo qualora notaste segni di infezione (infiammazione, rossore, dolore o febbre) oppure qualora le ferite impieghino più tempo a rimarginare. Da poco è stato riportato un trial in aperto di 12 settimane con la sibutramina, un farmaco che agisce favorendo la perdita di peso, in 7 pazienti obesi con DAI (80).

Gli steroidi androgeni anabolizzanti accelerano l’invecchiamento cerebrale

Il medico può anche prescrivere una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica per immagini (RMI) per visualizzare le ghiandole surrenali. Negli uomini, gli ormoni surrenalici in eccesso possono sopprimere la funzionalità dei testicoli e causare infertilità. Bisogna ricordare che la pillola è un farmaco e che, in quanto tale, porta con sé rischi e benefici. Se si è portatori delle mutazioni BRCA è importante consultare il proprio medico per valutare pro e contro ed eventualmente considerare di ricorrere ad altre soluzioni contraccettive. Nelle ghiandole endocrine (per esempio la tiroide o l’ovaio) si possono sviluppare tumori benigni o maligni, i quali possono manifestarsi con un’aumentata o ridotta produzione del relativo ormone. Un’iperproduzione è più comune in caso di una proliferazione benigna, mentre la perdita di funzione e l’invasione del tessuto circostante, tipiche della trasformazione maligna, comportano più spesso una carenza dell’ormone.

Antinfiammatori steroidei, effetti collaterali

Perciò il ruolo della deficienza di zinco nell�AN è ancora incerto e la supplementazione di zinco non è molto sostenuta dalla letteratura in questo momento. Il trapianto allogenico è a maggior rischio di GVHD, quindi questi pazienti sono spesso sottoposti a terapia steroidea e ciclosporina protratta nel tempo. La perdita di massa ossea riguarda tutti i siti scheletrici ma soprattutto il femore nei primi 3-12 mesi dopo il trapianto, con necessità di intervenire in modo precoce dopo l’intervento.

L’esposizione agli estrogeni nel corso della vita può cambiare in relazione a fattori individuali o riproduttivi (come l’età della prima mestruazione o della prima gravidanza, il numero dei figli, il tempo dell’allattamento) e in conseguenza ad abitudini e comportamenti. Il sovrappeso favorisce, per esempio, un eccesso di estrogeni perché, specie dopo la menopausa, il tessuto adiposo converte in estrogeni alcuni precursori prodotti dalle ghiandole endocrine. L’obesità causa anche una sovrabbondante liberazione di insulina e di altri ormoni simili che possono agire come fattori di crescita. I pazienti che sono trattati precocemente di solito mostrano una risposta completa con remissione clinica e biochimica, la malattia non progredisce e talora si osserva regressione della fibrosi. Fattori prognostici sfavorevoli nel lungo termine sono rappresentati dal controllo non ottimale della malattia, esordio in età pediatrica, presenza di cirrosi, episodi ripetuti di riesacerbazione, razza nera, concomitanza di altra patologia epatica (virale, metabolica, autoimmune biliare).